moodswingscover

 

Il bassista Maurizio Rolli con la propria Big Band presenta MOODSWINGS, personale tributo al grande bassista JACO PASTORIUS.

Sotto la sua direzione una Big Band di 20 elementi e, a richiesta, ospiti del calibro di Alex Acuna, Peter Erskine, Bob Mintzer, rendono omaggio al genio del basso elettrico.

Loredana Di Giovanni – Voce | Fabio Bau,  Samuele Garofoli – Trombe | Gianni Ferreri,  Giacomo Uncini, Davide Rossini,  Francesco Di Giulio – Tromboni | Rosario Liberti – Tuba |  Filiberto Palermini (As & Ss), Manuel Trabucco (As & Ss), Carmine Ianieri (Ts, Ss), Gianluca Caporale (Ts, Ss, Cl, Fl), Marco Postacchini (As & Bs) – Saxes | Marco Felicioni – Flauto | Roberto Torto –  Clarinetti | Giancarlo Alfani – Chitarra elettrica | Angelo Trabucco – Pianoforte | Maurizio Rolli – Basso elettrico, Contrabbasso | Israel Varela – Batteria

Arrangiamenti di Maurizio Rolli

Dreaming to be J.A.C.O.
(Just Another Crazy Orchestra)

“Essere Jaco”. Questo è il sogno di qualsiasi bassista elettrico  minorenne  ad un certo punto del suo iter di studi. A dispetto di una vita dissennata, il fascino che il mito di Jaco Pastorius esercita sui suoi eredi è ancora oggi enorme. Probabilmente si rivelerà impossibile avere un altro personaggio così influente e innovativo su questo strumento. Rendersi conto di non poter essere un altro Jaco è la prima cosa che un bassista deve fare; e quanto è dura spesso la realtà. Uccidere i sogni di un artista  rischia , spesso, di condizionarne, e non in meglio, la qualità della produzione. Questo progetto nasce per tenere vivo il ricordo delle opere, a mio parere, più interessanti e, proprio per questo sottovalutate di Jaco.
Spinto dai sogni dei miei allievi, lo scorso anno, ho organizzato, il 1 Dicembre, una jam session con un tema preciso: Jaco Pastorius. Questa speciale festa di compleanno (questa era la ricorrenza) era corredata da proiezione di video e
concerti, torta di compleanno offerta dai gestori del locale (il Kabala di Pescara) e esibizione di una schiera di bassisti elettrici tutti impegnati nel rendere omaggio al loro maestro di tutti. Il grande successo di pubblico ma, soprattutto, il grande coinvolgimento emotivo dei partecipanti mi ha fatto riflettere su quanto effetto abbiano la figura e la musica di Jaco sui musicisti attuali e (perché no?) futuri.
La creazione di una Orchestra era l’altro mio grande sogno… fare la somma dei miei propositi per tenere desto lo spirito del fanciullo quasi sopito in me è stato quasi inevitabile.
La complicità manifestatami da Michael Manring, Fabrizio Bosso e Diana Torto, subito da me coinvolti, di fronte al mio smodato e fanciullesco entusiasmo mi ha dato una grande spinta per trovare la forza di mettermi a scrivere, arrangiare e, talvolta, comporre il materiale per un grande organico con grosse difficoltà di sopravvivenza.
L’ esperienza vissuta con l’IS ensemble di Paolo Damiani (attuale direttore dell’Orchestra Nazionale di Francia) è stata la mia palestra per ciò che riguarda la scrittura per organici inusuali, ma rimane, in me, un pizzico di timore reverenziale
nell’accostarmi ad una musica che non avrebbe bisogno alcuno di revisioni (se non per via del fatto che calzare le scarpe del Bassista elettrico più importante della storia del Jazz può sembrare presuntuoso e irriverente).

Il rispetto delle partiture originali e la salvaguardia della mia personalità musicale sono le due apparentemente contrastanti direttive che mi sono posto come condizione per la riuscita di questo tributo.
Non una revisione irriguardosa di musica che non ne ha bisogno nè una mera interpretazione di “cover” che soddisfino solo l’Ego degli strumentisti, ma un omaggio dovuto ad un musicista che ha condizionato il mio (e non solo) percorso
musicale e un tentativo di confermare la cosa più importante che Jaco, e insieme a lui i più grandi della storia, ci hanno insegnato: perseguire la ricerca di un linguaggio personale, cercare il rischio, l’ avventura e lottare contro gli stereotipi nel tentativo di creare una musica fresca e capace di stimolare la curiosità dell’ ascoltatore e soddisfare chi non si accontenta dei luoghi comuni. In questo modo l’omaggio a Jaco Pastorius diviene un omaggio ai grandi che a questa ricerca hanno dedicato la vita. Non solo abili improvvisatori ma grandi ricercatori. Questo è il messaggio che con questo omaggio cerco di mandare soprattutto ai miei studenti: se vuoi imitare Jaco non imitare le sue frasi o il suo suono ma cercane uno altrettanto personale anche a rischio di non piacere. A mio parere questo spirito è l’unica cosa che accomuna Armstrong a Jaco e a Coltrane, a Parker, a Bill Evans, a Miles, ad Hendrix a Django Reinhardt ecc…
Non imitare le frasi ma la filosofia di coloro che hanno segnato la nostra musica. Solo così ne terremo vivo lo spirito e daremo un giusto riconoscimento al lavoro di quelli che ci hanno preceduto e che spesso hanno pagato con la vita la
dissociazione dalla standardizzazione e dal mercato musicale che la nutre.

Forse omaggiare lo spirito, e non le note, è il modo migliore di prolungare l’esistenza di coloro che, un pezzo alla volta, hanno contribuito a “inventare” una musica che, benchè lontana geograficamente dalle nostre radici, ha conquistato un posto rilevante nella nostra cultura. Forse questa è l’ unica via per non smettere di “sognare di essere J.a.c.o.”

Maurizio Rolli

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